OrMe

Agli orti dell’Ortica

OrMe a cielo aperto, la storia del Novecento scritta sui muri

L’Ortica nasce come borgo contadino nel 1100 circa, intorno alla chiesetta dei santi Faustino e Giovita, ora Santuario della Madonna delle Grazie. Il nome non deriva dalla pungente pianta con cui si prepara il delizioso risotto, ma dal latino tardo horticula, che significa prodotti dell’orto, ortaglie. A questo è dedicato il murale, un’esplosione di colori che lascia senza fiato e che è diventata negli anni il simbolo del quartiere. A un glorioso passato, antecedente all’arrivo della ferrovia e delle fabbriche, in cui la coltivazione della terra era affidata a mezzadri e fittavoli, e a un territorio il cui terreno era fertile e si poteva pescare nel Lambro. Ma i fiori del murale non sono solo i fiori che spuntavano lungo le sponde e i canali irrigui. Sono anche metafora di una storia, anzi della Storia. Sono i giovani caduti in battaglia durante la Prima guerra mondiale; sono i papaveri che, finito il conflitto, ricamavano i bordi delle trincee. Sterminati campi di papaveri, il cui colore vermiglio ricorda il sangue innocente versato.

DOVE

Via Ortica 12

DATA

2017

TEMA

guerra

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Sulla terra di Fiandra spuntano i papaveri,

tra le croci che fila dopo fila

segnano il nostro posto.

In cielo invece volano le allodole,

che coraggiose continuano a cantare.

Le si sente appena tra i cannoni quaggiù.

Noi siamo i Morti. Appena qualche giorno fa

eravamo vivi, guardavamo lo splendore dell’alba e del tramonto,

amavamo ed eravamo amati,

mentre ora giacciamo nella terra di Fiandra.

Continuate voi la lotta col nemico:

a voi passiamo la fiaccola, le mani di noi caduti,

siano ora le vostre a tenerla alta.

Se tradirete la parola data a noi, che siamo morti,

mai potremo riposare in pace

anche se i papaveri continueranno a crescere sui campi di Fiandra.

John M. McCrae, In Flanders Fields (1915)