OrMe

Alle guerre del Novecento

OrMe a cielo aperto, la storia del Novecento scritta sui muri

Un dittico, due opere che si fronteggiano, per ricordare l’orrore dei due conflitti mondiali. Entrando nel tunnel da via Ortica, sul lato a sinistra è raffigurata la prima Guerra mondiale e sul lato a destra la seconda. Raccontare la guerra per onorare la pace e al contempo rendere omaggio al corpo degli Alpini, che ha partecipato alle due grandi guerre e che nell’anno della realizzazione del murale ha festeggiato a Milano il centenario della sua Associazione Nazionale.

I “figli dei monti”, come li chiamava Cesare Battisti. Il corpo di fanteria degli Alpini è il più antico corpo di montagna del mondo. Nato il 15 ottobre 1872 per proteggere i confini settentrionali dell’Italia, dagli anni Ottanta è impiegato come organo di protezione civile in caso di calamità ed emergenze. Numerosi i suoi martiri, che hanno dato la vita combattendo nelle due grandi guerre: questo murale ne ricorda due in particolare.

Per la realizzazione di questo murale, è stata utilizzata un’avanzata vernice ecologica in grado di assorbire gli agenti inquinanti nell’aria.

DOVE

Sottopassaggio tra via Ortica e via Bistolfi

DATA

2019

TEMA

Guerra

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Cesare Battisti (1875-1916), giornalista, geografo, deputato socialista e irredentista, nasce a Trento, che all’epoca era ancora parte dell’Impero austroungarico, e allo scoppio della grande guerra si arruola volontario negli Alpini per combattere dalla parte italiana. Catturato da una truppa di montagna dell’esercito austriaco, è trasportato in catene attraverso la città sopra un carro. Durante il tragitto, è malmenato e insultato come traditore, vigliacco e disertore. Durante il processo militare, non rinnega la sua fede politica e anzi respinge le accuse di tradimento ribadendo la propria fedeltà all’Italia. Muore impiccato gridando: “Viva Trento italiana! Viva l’Italia!”.

Teresio Olivelli (1916-1945), partigiano, nel 1941 si arruola volontario e va in Russia come sottotenente della Divisione Tridentina. Nel 1943, essendosi rifiutato di collaborare con i nazifascisti, è arrestato e deportato in Austria. Riesce a evadere e si unisce alla Resistenza cattolica fondando il giornale clandestino Il Ribelle. È arrestato a Milano nel 1944 e trasferito prima nei campi di concentramento di Fossoli e Bolzano, poi nel lager di Flossenbürg dove presta assistenza religiosa ai prigionieri moribondi. Destinato al lager di Hersbruck, muore per percosse dopo aver difeso un giovane dalle botte dei kapò.