OrMe

Allo sport

OrMe a cielo aperto, la storia del Novecento scritta sui muri

Il murale dedicato allo sport decora il muro perimetrale del Piccolo Stadio Scarioni e ritrae le figure che si sono contraddistinte nello sport e nell’impegno civile. Tra loro, due figure emblematiche del calcio e di Milano: Gianni Rivera e Sandro Mazzola, due campioni, due protagonisti di quella Milano effervescente dei derby cantata da Adriano Celentano, che hanno appassionato generazioni di tifosi. Da una parte Gianni Rivera, bandiera del Milan, politicamente impegnato nei settori giovanili del calcio, dall’altra Mazzola, la mascotte dell’Inter, incarnazione dello sportivo che non gioca per sé ma per la gloria della squadra e, per estensione, della società. A questi due icone del calcio italiano è dedicato il murale dello sport lungo il muro perimetrale del Piccolo Stadio Scarioni. Insieme a Rivera e a Mazzola sono raffigurati anche altri campioni che si sono contraddistinti nell’attività sportiva e nell’impegno civile.

Mens sana in corpore sano, dice l’autore latino Giovenale nelle sue Satire. Nel murale è riportato anche un piccolo tributo al quartiere: accanto a Fausto Coppi appare il nome delle biciclette Bianchi, il marchio nato dal genio di Edoardo Bianchi, uno dei tanti piccoli Martinitt che hanno dato lustro nel corso del Novecento alla città di Milano e che nell’ultimo periodo della sua vita ha vissuto nel nostro piccolo quartiere dell’Ortica.

DOVE

Piccolo Stadio Scarioni 1925, via Tucidide 10

DATA

2018

TEMA

Sport

Share on

Il murale prosegue con il ciclismo, rappresentato dagli storici rivali nonché grandi campioni Gino Bartali (1914-2000) e Angelo Fausto Coppi (1919-1960), simboli dell’Italia della fatica e dell’impegno. Nel 2013, Gino Bartali è stato dichiarato Giusto tra le nazioni per la sua attività a favore del popolo ebreo durante la Seconda guerra mondiale.

L’atletica, con i volti del primatista centometrista Pietro Mennea (1952-2013) e della campionessa olimpica di salto in alto Sara Simeoni.

Lo sci, con il volto di Deborah Compagnoni, medaglia d’oro in tre edizioni dei Giochi olimpici invernali e fondatrice dell’associazione filantropica Sciare per la vita, dedicata alla lotta contro la leucemia.

La ginnastica artistica, con il volto di Nadia Elena Comăneci, vincitrice di cinque medaglie d’oro ai Giochi olimpici, primatista nella specialità delle parallele asimmetriche, madrina per le Nazioni Unite nel 1999 dell’Anno internazionale dei volontari.

Il nuoto, con il volto di Novella Calligaris, prima atleta italiana a vincere una medaglia olimpica e a stabilire un primato mondiale. Ai giochi olimpici di Monaco di Baviera del 1972 porta a casa una medaglia d’argento, nei 400 stile libero, e due di bronzo, nei 400 misti e negli 800 stile libero. Nel 1973, ai mondiali di nuoto, sono stati proprio gli 800 stile libero a farle scrivere un’altra pagina del nuoto italiano: batte il record del mondo, conquistando la medaglia d’oro.

Il tennis, con il volto di Martina Navrátilová, unica tennista al mondo a vincere tutti i tornei del Grande Slam e la WTA Championships in tutte le specialità esistenti, impegnata in diverse associazioni a favore dei diritti civili delle persone omosessuali, dei bambini poveri e degli animali.

L’ultima parte del murale celebra una campionessa e un campione simboli dei diritti civili: la velocista afroamericana Wilma Glodean Rudolph (1940-1994) e l’icona del pugilato Cassius Marcellus Clay (1942-2016), meglio conosciuto come Muhammad Ali. Wilma Rudolph ha un passato doloroso fatto di segregazione razziale e malattia, che riesce a superare con impegno e ostinazione fino ad arrivare al tetto del mondo. Muhammad Alì, oltre a essere una figura mitica del pugilato, è promotore dei diritti civili degli afroamericani per la cui integrazione si batte tutta la vita.